Che storia! Francesca Parasuco 20 Giugno 2025

Francesca Parasuco, ruoli manageriali nazionali ed internazionali, visione strategica unita a una profondità d’animo che la porta nei momenti di sospensione, quando il ritmo si interrompe e lo sguardo si rivolge all’interno, a iniziare un altro tipo di viaggio: quello verso di sé. Da qui nasce la sua trasformazione -e formazione- in Counselor in Neuropsicosomatica e alla nascita di Sundari, il suo progetto professionale di benessere olistico.

“Francesca è una donna che nasce e muore continuamente, in accordo con la vita, si trasforma ogni giorno con fiducia. Francesca è una ricercatrice solare e vibrante, in sintonia con il suo io interiore e i sussurri dell’esistenza. In cammino verso la fonte della vera conoscenza: viversi autenticamente il suo progetto vita.”

articolo a cura di Fabiola Noris

Francesca Parasuco sta costruendo il suo disegno di vita, unendo le sue due anime, quella più razionale, cresciuta a pane e azienda e quella più intima e in connessione con il suo sé più profondo che si è certificata come counselor.

Lavora infatti come sales coordinator in un’azienda toscana di interior design e porta avanti il suo progetto di counseling specializzato in psicosomatica energetica supportando le persone nel raggiungere un equilibrio ottimale tra mente e corpo con un approccio che integra tecniche di mindfulness guidata, consapevolezza corporea, strumenti efficaci per affrontare stress, ansia e disturbi psicosomatici.

L’obiettivo da realizzare? Data la sua lunga esperienza in azienda, portare la neuropiscosomatica all’interno degli ambienti di lavoro per migliorare il benessere dei dipendenti e creare un ambiente in cui lavorare serenamente, senza stress e individualmente verso chiunque senta la necessità di ritrovarsi.

Il lavoro in azienda: who I am?

“Sento il corpo cambiare, frammentarsi, rispondo in modo automatico agli stimoli esterni ma non riconosco più i miei reali bisogni individuali. Qualcosa mi sfugge: Who I am?”

Francesca è figlia di imprenditori, l’imprinting che riceve fin dalla nascita è chiaro: respira l’aria di azienda fin da piccola, cresce come studentessa razionale e metodica, formazione universitaria in Economia Aziendale, esperienze lavorative nazionali ed internazionali.

Da Beijing, Shanghai e Hong Kong dove lavora per la Camera di Commercio Italiana in Cina approda poi in una multinazionale che si occupa di produzione e commercializzazione alimentare, proprietaria di marchi leader di mercato.

Inizia così una carriera verticale tra acquisizioni di competenze, promozioni, successi, delusioni, avanzamenti fino ad entrare nell’area manageriale di un segmento aziendale come supervisor.

“Coordinavo un team di lavoro e lo stress iniziava a farsi sentire, molte le gratificazioni ma altrettanto sacrificio, trasferte costanti e continue, sempre meno tempo libero, sempre più identificazione nell’azienda. E così negli anni, io sono diventata il mio lavoro. Io sono quello che faccio.”

Francesca sente che è il momento di chiudere un ciclo.

Nuove esperienze lavorative arrivano in contesti più tranquilli dove può riappropriarsi anche di spazi personali sacri e legittimi, ma nel giro di poco si ripresenta il solito ritmo frenetico.

“Le mail a tarda notte o mattina prestissimo, i meeting e le relazioni diplomatiche: l’alert del mi sto perdendo di vista di nuovo e il corpo si ribella, la chiara manifestazione del fare che incalza prepotente sul sentire e il desiderio di “sospensione” si riaffaccia.”

Il tempo sospeso del Covid

E poi arriva il Covid, imponendo un ritmo lento globalizzato.

“Uno stop forzato che si è rivelato salvifico. Una fase determinante, che ha sancito in me l’opportunità.”

È in questo periodo che Francesca decide di aprirsi totalmente a quello che chiama path of love, un sentiero di amore verso se stessa approfondendo ulteriormente pratiche di crescita personale con una visione olistica.

Porta avanti pratiche psicocorporee, ne assapora gli effetti, i traguardi raggiunti, il surfare tra le emozioni contrastanti mantenendo una certa centratura.

“La sospensione mi è amica, complice, mi dona dei grandi “non lo so” ma avverto una costante in tutto ciò: la fiamma della vita. La fiamma che sento è accesa, viva, genuina, la sento scaldarsi sempre più.”

Una fiamma che la porta a voler diventare trainer professionista ed è così che si iscrive alla triennale accademica riconosciuta dal Miur per diventare Counselor in Neuropsicosomatica: le Neuroscienze la conquistano, le ridanno la capacità di essere, non solo di fare.

“Il mio quotidiano cambia forma, le relazioni interpersonali mutano, mentre noi trasformiamo, trasformiamo anche il mondo intorno a noi, creo intorno a me, per risonanza, un aggregato di persone sempre più aperte a mettersi in discussione, coraggiosi nell’esplorazione, con occhi rivolti all’interno e non più solo verso l’esterno.”

Il periodo del Covid passa, la routine lavorativa riprendere. Francesca inizia un nuovo lavoro, mette radici a Firenze e continua ad investire sulla sua formazione olistica bioenergetica. L’azienda in cui lavora chiude e si ritrova di nuovo in un momento di sospensione.

“Ebbene sì, la challenge è garantita, anni di continue sfide, destrutturazioni di maschere e rinascite, risvegli e amor proprio… ma è proprio grazie a queste sospensioni che io sono fiorita. Lasciarsi fiorire è essenziale, è rispetto per se stessi, è autenticità.”

La provvidenza e Piano C

Lungo il suo path of love, Francesca incontra per caso Piano C: il percorso inserito all’interno del corso di Data Interpreter arriva per lei proprio nel momento giusto, con gli stimoli di cui aveva bisogno e che coglie al volo.

“Ho amato fin dal primo momento il percorso di Piano C mi ha letteralmente navigato nel caos creativo per poi giungere ad un rilancio professionale preciso e focalizzato. Ho imparato una moltitudine di competenze, approcci innovativi e che ben si bilanciano con il mio vissuto. Divergenza e convergenza hanno camminato a braccetto per farmi strada nel counseling.”

Grazie agli input di Piano C Francesca ritrova lavoro a Firenze con una certezza, quella di aver svolto il colloquio con un imprinting rinnovato, aggiornato, rivoluzionato grazie ai contributi di Piano C e dell’intera classe, compagne di viaggio interessanti e attive nella condivisione reciproca.

“Ma c’è di più, non solo ho ritrovato UN lavoro ma IL lavoro che desideravo, una base economica sicura ma anche flessibile, un orario contenuto che mi lasciasse spazio per coltivare ampiamente la professione di counseling individuale e di gruppo. Un contesto confortevole. Con Piano C sento che rimarremo connessi a lungo, è un punto di riferimento, terreno di confronto ricco di principi attivi.”

La sospensione è un’occasione per ritrovarsi

Le esperienze personali e professionali di Francesca le permettono di affermare con assertività che la sospensione, se vissuta con fiducia, umiltà e amorevolezza è trasformativa, è un vuoto-pieno da non compensare, da non riempire, da lasciar accadere.

“Fa paura ma è un tornare alle fondamenta della casa. Quando arriva, è benvenuta. Ringrazio la mia me del passato per aver fronteggiato come poteva ogni sfumatura della vita ma se oggi abito con così cura i miei bisogni, il mio sentire primario, è grazie al valore che mi sono permessa di riconoscere alla “sospensione”. Abitarsi e riconoscersi è vivere, solo abitare è sopravvivere.”

Francesca ci invita a fare attenzione alle interruzioni passive che viviamo quotidianamente senza nemmeno che ce ne accorgiamo.

Il non-fare temporaneo è un ponte:

  • Tra i respiri, già in modo naturale il nostro corpo vive in modo fluido ed integrato la sospensione. Provate ad osservare attraverso il bodyscan, la sottile pausa che si verifica tra la fine di un ‘ispirazione e l’inizio dell’espirazione e viceversa, lo stato di silenzio profondo e intimo. Il nostro corpo per sua natura non forza nulla, semplicemente lascia che accada. Un nuovo respiro si aggancerà da sé in un moto circolare e continuo.
  • Tra i pensieri, allo stesso modo tra un pensiero e l’altro, c’è un intervallo di non-mente, arrendersi a questo spazio permette di contattare e sperimentare la vera natura della coscienza e libera dal rumore mentale, dall’overthinking inquinante.

Francesca ci ricorda che come suggerisce Osho, la sospensione è quell’occasione di “gettarsi nel proprio centro” l’energia che prima era diretta verso l’esterno dall’impulso, come un pilota automatico, può in questo stato di arresto, volgersi all’interno e portare luce.

Non solo, per lei, la sospensione non è uno spazio sprecato ma uno spazio potenziale, la chance che la vita ti offre per dissociarsi dall’identificazione tra corpo-mente per accedere ad uno strato più profondo, quello della propria essenza, da sperimentare in silenzio e coltivando il non-fare nel momento presente.

“La sospensione è un mezzo per risvegliarsi.”

  1. Tornare al corpo, piedi scalzi e camminare, sentire la terra, respirare ed ascoltarci mentre respiriamo, come una musica che ci accompagna passo dopo passo e ci rassicura.
  2. Danzare senza coreografia, dedicarsi un tempo per muovere l’energia della nostra centrale e delle nostre periferiche in modo casuale, creativo, caotico, non convenzionale, no giudizio, no performance ma solo benessere… fai ciò che ti fa stare bene. Riportati ad uno stadio dove sai di sentirti a tuo agio, anche solo per 10 minuti ma riattiva quella memoria di benessere, richiamala a te.
  3. Contatta Sundari per una sessione di ascolto attivo e riarmonizzazione psicorporea. Lasciati guidare da chi ha sperimentato sulla propria pelle il disequilibrio e ne ha fatto fonte di ricerca profonda. Una nuova visione.

Sundari, l’inizio di una nuova vita

Sundari è infatti il nuovo progetto di vita di Francesca, oltre ad essere il nome indiano ricevuto in dono per canalizzazione energetica al chiudere della Primal, un ritiro di decondizionamento molto importante.

Con l’arrivo di questo nome la vita di Francesca cambia.

“Si è aperto uno spazio amorevole di ascolto connesso dentro di me di “sospensione” di giudizi, attaccamenti, credenze limitanti, azioni pianificate e costante performance per lasciar emergere in un flusso spontaneo la “bellezza” autentica… scoprirla, accoglierla, integrarla.”

Sundari significa proprio questo: bellezza, colei che è bella, incantevole. Una qualità dell’essere che riflette armonia, grazia e profonda beatitudine che trascende dall’aspetto esteriore ma si manifesta da una luminosità irradiata dall’interno.

Potersi dedicarsi a tempo pieno alla relazione d’aiuto in uno studio tutto suo, collaborare da esterna con progetti in azienda e altre strutture sanitarie: supporto psicosomatico, bioenergetico-pulsation, psicocorporeo, emotivo e meditativo, individuale, di gruppo e nelle scuole. Eccolo il progetto Sundari.

“Da bambina volevo fare la capogruppo e cantare sempre con il microfono.
Da adolescente volevo fare la ballerina ma non mi sentivo all’altezza.
Da adulta faccio la manager di me stessa e celebro liberamente la mia vita danzando: tuffo, salto, volteggio e canto attraverso il voicing.

Mi muovo con le correnti anziché resisterle.
Tutto è energia.”

Una Sundari pulsante, una rivoluzionaria gentile, quello che Francesca sta creando.