I soldi non fanno la felicità, figurati la miseria 24 Ottobre 2023

Questa era una delle dediche da Smemo che imperversava negli anni 90’ e faceva combo con Non può piovere per sempre tratta direttamente da Il Corvo. Comunque è arrivato il momento di tracciare una bella riga rossa perché, udite udite, la scienza ha detto sì, i soldi fanno la felicità.

a cura di Fabiola Noris


I soldi fanno la felicità: come siamo arrivate a questa scoperta?

In soldoni:

Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia nel 2002 “per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza” sosteneva che sì, i soldi fanno la felicità ma fino a un certo punto. Dopo di che anche se continui a guadagnare, la felicità non aumenta.

Matthew Killingsworth, psicologo e scienziato, uno che della ricerca della felicità ne ha fatto un job title e anche un TED Talk invece sosteneva il contrario: più guadagni e più sei felice.

I due si sono confrontati sulla faccenda e ne è venuto fuori Income and emotional well-being: A conflict resolved pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

A questo punto sorge spontanea la domanda: tu sei per team Daniel o team Matthew?

I risultati dicono che il conflitto sia risolto, i soldi fanno la felicità ma non è tutto oro quel che luccica. Se è vero che più aumenta il reddito e più aumenta la felicità (team Matthew) è anche vero che c’è una piccola parte definita unhappy minority a cui questo non accade (team Daniel).

Nel dubbio, meglio guadagnare. E meglio iniziare a farlo da piccole.

La paghetta: qui iniziano le differenze tra maschi e femmine

La paghetta è il punto cruciale da cui iniziare per costruire la propria felicità. O contribuire a quella di figlie e nipoti. Ma attenzione.
Se da un lato avere a che fare con il denaro fin da piccole è fondamentale per migliorare il rapporto con i soldi e il proprio benessere finanziario, dall’altro uno studio ha dimostrato che la paghetta data alle bambine è inferiore alla somma data ai bambini. Quando la paghetta viene data.

Emanuela Rinaldi nel suo libro La paghetta perfetta raccoglie una serie di risultati di ricerche relative ai processi di educazione finanziaria.

Ed ecco che molto spesso le ragazze italiane hanno minore accesso a fonti autonome di denaro come la paghetta o lavoretti extra. Ricevono invece più regali da amici e parenti come forma di accudimento. Una logica del dono che sebbene sia legittima per coltivare le relazioni famigliari, in realtà diventa un ostacolo per l’acquisizione delle conoscenze e competenze finanziare che si basano sull’esperienza diretta dell’utilizzo del proprio denaro.
Emanuela E. Rinaldi individua i 4 fattori principali che in Italia causano questo gender gap a livello finanziario.

  1. La colpa è dei genitori: mamma e papà credono di non fare differenze tra maschi e femmine ma invece le fanno.
  2. Gli stereotipi di genere: rieccoli. Film, serie tv, social: imperversa lo stereotipo dell’uomo che guadagna molto di più rispetto alla donna.
  3. Il sistema di welfare e di organizzazione del mercato del lavoro: le donne sono ancora fortemente penalizzate, soprattutto quelle con figli piccoli. Le figlie interiorizzano inconsapevolmente questi esempi come modelli diminuendo così le loro aspettative in ambito lavorativo e finanziario.
  4. Le fonti consultate da maschi e femmine per la costruzione del loro rapporto con il denaro sono diverse. Non solo, soprattutto in Italia, le ragazze dichiarano di parlare di denaro molto meno rispetto ai coetanei maschi.

Cosa possiamo fare? Parliamone!

Nel vero e proprio senso della parola. E come ha scritto Azzurra Rinaldi nel suo libro Le signore non parlano di soldi il punto da cui partire consiste nel normalizzare la narrazione sui soldi:

Parliamone tra di noi, parliamone con le amiche, entriamo in confidenza con il denaro e con il potere. Introdurre questo tema nelle nostre conversazioni quotidiane ci aiuterà a capire se il nostro livello retributivo è inadeguato, a contrattare per ottenere il giusto compenso, a far esplodere tutte le nostre potenzialità.

E allora iniziamo subito a parlarne: scrivici nei commenti cosa ne pensi.


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