
Risveglio professionale: come passare dalla modalità criceto alla consapevolezza lavorativa 16 Maggio 2025
Cosa c'entra la ruota del criceto con l'insoddisfazione al lavoro? La (triste) storia del Comandante Cip: di gabbie, ruote e opportunità di risvegli professionali.
Risveglio professionale: cosa accade quando capisci che qualcosa non funziona nel tuo modo di approcciare il lavoro, la routine si è trasformata in una gabbia e decidi di interrompere questo circolo vizioso?
Qualche anno fa, quando nostra figlia Anna era piccola e desiderava moltissimo un animale, avevamo adottato un cricetino bianco. Il Comandante Cip, così si chiamava, forse nel tentativo di nobilitare l’appellativo da cartone animato, era davvero instancabile: correva sulla sua ruota per ore, giorno e notte, come se avesse una missione segreta da compiere, senza mai fermarsi. Lo avevamo dovuto pure spostare dalla cameretta, perché il suo continuo correre era troppo rumoroso
Risveglio professionale: uscire dalla ruota del criceto per lavorare meglio
Quando penso alla metafora della “ruota del criceto” che spesso usiamo per descrivere la sensazione di routine senza fine nella vita lavorativa, mi torna subito in mente lui, nonostante non mi sarà mai possibile perdonarlo per avermi rosicchiato il tacco e il cinturino dei miei sandali preferiti, trovati con un colpo di fortuna in un charity shop di Londra.
Quante volte ci siamo sentite come lui, impegnate in una corsa continua che sembra non portarci mai davvero avanti, intrappolate in una ripetizione meccanica di cui a volte non siamo nemmeno consapevoli?
Ma, a differenza sua, e di tutti gli altri criceti, noi abbiamo la possibilità di fermarci, osservare la nostra “gabbia”, valutare se la ruota su cui corriamo ci appartiene davvero e, se necessario, scegliere di cambiare percorso.
Routine lavorativa e sentirsi in trappola al lavoro
Sentirsi intrappolate in una routine lavorativa che non entusiasma è una realtà comune, soprattutto per donne che hanno investito anni in percorsi professionali che ora sembrano stagnanti e il risveglio professionale si trasforma in una necessità salvifica. Herminia Ibarra, autrice di Identità al lavoro, descrive questo stato come “stasi identitaria”: si continua a fare ciò che si è sempre fatto, ignorando i segnali di malessere, fino ad arrivare, a volte, in uno stato di vero e proprio burnout. Sintomi come procrastinazione continua, perdita di motivazione o ansia da lunedì possono essere spie d’allarme che richiedono attenzione.
Secondo Christina Maslach, psicologa pioniera nello studio del burnout, il primo passo per uscirne è la consapevolezza: riconoscere il proprio stato, i propri bisogni e limiti. Il risveglio è quindi un processo interiore che porta a un cambiamento profondo, non solo di carriera, ma di identità e di relazione con il lavoro.
Ritrovare la motivazione sul lavoro
Simon Sinek, nel suo celebre Start with Why, ci invita a riscoprire il nostro “perché”: qual è la motivazione profonda che ci spinge a fare ciò che facciamo? Questa riflessione può essere particolarmente potente per chi si sente intrappolata in un ciclo che sembra non portare a nulla di significativo. A volte, la chiave del risveglio non sta nel cambiare lavoro, ma nel ritrovare il senso del proprio operato e riallinearlo ai propri valori.
Negoziazione del tempo
Altre volte può essere utile riflettere anche sulla sfera familiare. Spesso la sensazione di esaurimento non deriva solo dal lavoro, ma dal doppio carico di responsabilità lavorative e di cura familiare, che ancora oggi pesa prevalentemente sulle donne. Fare un assessment consapevole della ripartizione dei carichi di cura è fondamentale per riconoscere squilibri e aprire un dialogo familiare che favorisca una redistribuzione più equa. Molte volte quello che serve è anche un lavoro di capacitazione sulla gestione del tempo e sulla pianificazione. Imparare le tecniche di negoziazione del tempo è il primo passo.
Si è sempre fatto così
Altre ancora, invece, è il momento di esplorare altro.
Sempre Herminia Ibarra spiega che l’identità professionale non è un’entità fissa, ma un processo dinamico e plurale. Le persone possiedono identità multiple che si attivano in contesti diversi e si trasformano nel tempo, specialmente durante i momenti di cambiamento o crisi lavorativa. Ibarra invita a un approccio “dall’azione” più che dall’introspezione: per risvegliarsi e trasformare la propria carriera, è utile sperimentare nuovi ruoli e attività, esplorare nuove identità lavorative in modo attivo, anziché aspettare di “sentirsi pronte” o di avere una visione chiara fin dall’inizio.
Anche Adam Grant, nel suo Think Again, suggerisce di abbandonare la mentalità del “si è sempre fatto così” e di adottare un approccio da scienziati: esplorare nuove ipotesi su se stesse, senza paura di cambiare idea.
Lavorare senza motivazione, rischio burnout e insoddisfazione perenne
Per passare da una condizione di sopravvivenza a una di realizzazione in cui il risveglio professionale non si sente ma lo si vive quotidianamente, è utile considerare alcuni passaggi chiave:
- Riconoscere i segnali di insoddisfazione: stress cronico, ansia, senso di inutilità, mancanza di energia.
- Fare un assessment delle proprie competenze e dei desideri: cosa ti piace fare? Quali sono i tuoi punti di forza? Cosa ti rende speciale? Cosa ti fa sentire viva?
- Ricercare un ambiente lavorativo che rispetti i tuoi valori: cultura aziendale inclusiva, equilibrio vita-lavoro, possibilità di crescita.
- Sperimentare nuove opportunità: corsi, volontariato, progetti personali.
- Chiedere supporto e consulenza: acquisire nuovi strumenti può renderci più sicure per esplorare nuove strade. Quando ci apriamo a nuovi ruoli, o anche solo a nuovi interlocutori, potrebbe essere utile lavorare sul nostro biglietto da visita (il nostro cv) o la nostra capacità di raccontare noi stesse e il nostro percorso con dei corsi mirati su storytelling professionale, LinkedIn e sul come affrontare il colloquio di lavoro.
Con l’arrivo della primavera, la natura si risveglia, si rinnova e fiorisce.
È un momento simbolico di rinascita che può diventare una potente metafora per il percorso di risveglio personale e professionale di chi desidera uscire dalla modalità “criceto sulla ruota” e trovare un lavoro che dia senso, soddisfazione e benessere.
Se senti che è il momento di risvegliarti, non esitare a chiedere supporto: il cambiamento inizia da te, ma non devi affrontarlo da sola.
Chiedi info sulle nostre consulenze personalizzate!
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