Cinzia Di Michele

Che storia! Cinzia Di Michele 16 Maggio 2025

Cinzia Di Michele, abruzzese testarda e curiosa, cresciuta a pane, grandi sogni e valigie sempre pronte. Dopo anni passati a scalare ruoli in multinazionali, oggi si dedica a progetti che hanno un senso anche fuori dai PowerPoint e ha fatto della consapevolezza la sua nuova bussola.

a cura di Fabiola Noris

“Risvegliarsi, per me, oggi, significa guardare con gratitudine a tutto ciò che è stato: le straordinarie esperienze passate e le tante persone che ho avuto la fortuna di incontrare in questi anni di vita professionale. Ma anche gratitudine verso le prove più dure, per usarle come carburante per il futuro: con forza, fiducia, ottimismo e tanto amor proprio.”

Cinzia Di Michele è il ritratto della donna in carriera che si è guadagnata pezzo per pezzo il proprio job title e ha sfondato il tetto di cristallo con professionalità e determinazione. Dagli stage non retribuiti a direttrice generale in multinazionali estere.
Ma quello che Cinzia ci racconta oggi è un percorso che l’ha portata dopo anni con la valigia in giro per il mondo a rientrare in Italia, per spogliarsi del guscio protettivo della carriera in cui si era rifugiata e riscoprirsi, forse più vulnerabile del previsto ma con nuovi mondi a cui dare vita.

Oggi è infatti Responsabile Commerciale di una Startup emiliana, Robomagister, la cui vocazione è la valorizzazione dei talenti del territorio e del Made in Italy, in cui si occupa di disegnare e implementare la strategia di vendita per un prodotto tecnologico che vedrà la luce nel 2025.

Dall’Abruzzo a Milano per un futuro migliore

Il percorso professionale di Cinzia inizia a 18 anni quando si trasferisce dall’Abruzzo a Milano con una borsa di studio per la Bocconi dove poi si laurea in Economia Aziendale.

“Figlia di un papà ferroviere, di una mamma operaia e di una cultura che vive il lavoro come opportunità di riscatto e affermazione sociale, da sempre investo molto di me nel percorso professionale. Con grande impegno, dedizione e un fortissimo senso di responsabilità.”

Si costruisce la propria carriera in aziende internazionali con ruoli sempre più strategici: la curiosità autentica verso le persone è sempre stata il vero motore. Dai ruoli marketing è passata a funzioni manageriali e di leadership più vicine alle vendite, alla formazione, allo di sviluppo risorse, al business development.

Milano, Bruxelles, San Marino, Zurigo, Barcellona: sei traslochi di casa e di vita, infinite valigie e una costante voglia di mettersi alla prova.

“Sempre con il desiderio di lasciare un’impronta, contribuire ad un progetto di crescita aziendale. Ma anche, in tutta onestà, attraversata dal bisogno di dimostrare il mio valore e fare la differenza.”

Il 2019, la svolta

Il cambiamento più significativo avviene nel 2019, quando all’interno della multinazionale per cui lavorava assume il ruolo di Direttrice Generale.

Una promozione che arriva alle porte della pandemia, con l’obiettivo di risollevare una filiale in difficoltà, in una città sconosciuta. Cinzia, da sola, in un momento storico estremamente incerto, riesce nell’obiettivo lavorativo con successo, ma quello che si porta a casa da questa esperienza di 3 anni la trasforma sotto molti punti di vista, soprattutto a livello personale.

“Mi ha insegnato che la leadership autentica nasce dalla capacità di valorizzare i collaboratori e anteporre il benessere delle persone ai risultati (che arrivano di conseguenza). Unita alla capacità di lavorare su obiettivi comuni espliciti, di sviluppare un senso di comunità all’interno dell’azienda e al saper mettere in discussione i paradigmi noti.”

Allo stesso tempo, però, in quegli anni complessi, la lontananza dalla famiglia e il peggioramento della salute del padre risvegliano in lei un bisogno profondo: essere presente fisicamente per chi conta nella sua vita. 

“Chi come me ha un passato o un presente da expat conosce bene la costante contraddizione del sentirsi sempre divisi a metà: tra gli affetti radicati nella tua terra natale e la voglia di portare avanti progetti professionali e di vita che prendono forma e sostanza altrove.”

Cinzia e l’incontro con Piano C

Agosto 2022: Cinzia decide di rientrare in Italia, accetta una nuova sfida professionale che, seppur arricchente e contornata da tante soddisfazioni, si rivela la prima vera caduta della sua carriera.

“Una caduta nata da troppa sicurezza e poca lucidità nella lettura del contesto.
Ma che è anche il momento della mia trasformazione e rinascita. È da lì che inizia un nuovo viaggio.”

Ed è proprio nel periodo di transizione professionale, da settembre 2024, che Cinzia partecipa al percorso di Piano C Data Interpreter.

“Incontro Piano C e un gruppo meraviglioso di donne coraggiose, impegnate come me in un viaggio di riscoperta. In un periodo controverso e complesso, il progetto con Piano C mi ha aiutato a mettere in discussione convinzioni profonde, a ritrovare la mia identità di donna e abbandonare l’idea che esistessi solo in funzione della mia qualifica. Una riprogettazione a tratti entusiasmante ma anche dolorosa. Come un’aragosta che per crescere deve rompere il vecchio guscio, mi sono lasciata alle spalle la corazza che non mi calzava più. Mi sono ritrovata vulnerabile, ma pronta per qualcosa di nuovo.”

Il risveglio di Cinzia

Oggi Cinzia grazie alla consapevolezza maturata da tutte le esperienze lavorative affrontate, sta vivendo una nuova fase della propria vita professionale in cui sperimenta un vero e proprio momento di apertura verso il nuovo.

La parola risveglio, oggi più che mai, mi appartiene profondamente. La spinta al cambiamento e il confronto con le storie di altre donne meravigliose sono stati l’opportunità per abbandonare ciò che ormai mi stava stretto, aiutandomi a trovare una dimensione più adatta a chi sono oggi.”

Negli ultimi mesi Cinzia si è immersa in tanti nuovi mondi, fonti di innumerevoli ispirazioni e stimoli: ha frequentato un corso di scrittura creativa alla Scuola Holden, ha ottenuto una certificazione e collabora come mentor di startup, si è formata sui dati e AI con il corso di Data Interpreter e ha partecipato a una masterclass su DE&I e Sostenibilità oltre a essere socia attiva di SheTech e del Forum della Meritocrazia.

Ma anche sul lato personale ha ritrovato lo spazio e il tempo per essere più presente nei suoi ruoli di zia, nipote, amica e figlia.

“Avere il tempo di dedicarmi alle mie passioni, riallacciare relazioni significative, conoscere un’infinità di persone nuove, arricchirmi di momenti di confronto in ambiti al di fuori del contesto noto. Questa fase, così turbolenta, mi ha permesso di raggiungere una rinnovata consapevolezza su quali sono le mie priorità, ricalibrando il peso che spesso davo al mio ego nel guidare le scelte. Rifiutare l’offerta della mia vecchia azienda di trasferirmi a Londra per ricoprire un ruolo prestigioso è stato il primo atto di coraggio per dire “sì” a ciò che oggi sento davvero mio.”

Prossimo passo? Creare un’associazione

Cinzia ha un progetto del cuore: poter contribuire al miglioramento del sistema educativo italiano, attraverso un’associazione. Un’idea nata di recente, dall’osservazione consapevole di quanto sta avvenendo intorno a noi.

“Credo che alla base del malessere diffuso tra le nuove generazioni ci sia un’educazione che spesso mortifica la curiosità e trascura le passioni. Sono convinta che sia necessario un cambio culturale nella società, con l’obiettivo di favorire pensiero critico, responsabilità, desiderio di contribuire al bene comune. E porre un freno al dilagare della rassegnazione. E questo cambio parte dalla scuola.”

Il progetto è ancora in fase di validazione e si ispira all’esempio di grandi donne, che Cinzia ha avuto modo di conoscere negli ultimi mesi, che fanno della divulgazione e della restituzione, l’acceleratore concreto allo sviluppo sociale.

Non è un caso che Cinzia da bambina sognasse di guidare le persone e farsi portavoce di cambiamenti significativi per il benessere collettivo.

“Nei ruoli rivestiti in azienda, ho sempre cercato di difendere valori come rispetto, merito e impegno sociale, in contrapposizione alla cultura della performance e della vittoria a tutti i costi. E ho combattuto ogni forma di clientelismo e favoritismo. Oggi non faccio esattamente il lavoro sognato, ma indosso il vestito dei valori in cui credo. E questo mi basta.”