Che storia! Marianna Martino 14 Settembre 2023

Marianna Martino, turbinio di energia, scrive con la voce, imbriglia la creatività per trasformarla in risultati pratici e concreti. Nel 2005 ha aperto Zandegù, la sua fucina creativa personale, da cui ha avuto molte gioie. E anche qualche dolore.

“Il mio è un percorso un po’ tortuoso.”

Oggi Marianna Martino è la capa di Zandegù, studio di comunicazione che si occupa di strategie e consulenze per piccoli brand e liberi professionisti oltre che di formazione in azienda. Ma la strada che l’ha portata fin qui è stata un saliscendi degno delle migliori montagne russe.

Due cose sono molto chiare fin dall’inizio: la propensione di Marianna per la scrittura e la volontà di creare un progetto personale indipendente.

Dopo il liceo linguistico infatti si iscrive al Master in tecniche della narrazione alla Scuola Holden e, una volta concluso, decide di mettersi in proprio. Apre partita iva e dà vita alla sua prima casa editrice, Zandegù.

Insieme a Marco, braccio destro – e sinistro come dice lei – iniziano a pubblicare narrativa di giovani autori italiani: dopo 5 anni la casa editrice non rende, le vendite sono un disastro. A malincuore decide di chiudere.

Dall’editoria passa alla comunicazione: inizia a collaborare con alcune agenzie di Torino come copywriter, poi vola in America per 6 mesi a studiare inglese. Quando torna trova lavoro a tempo indeterminato in una multinazionale. È fatta.

“Quando sono ritornata ho trovato quello che desideravo: un lavoro a tempo indeterminato, in una multinazionale, mi occupavo di copywriting.
Un lavoro deprimente.”

Dopo solo 2 settimane di lavoro inizia a cercare un’alternativa.

“Finalmente nel 2012, ho detto basta: evidentemente non sono tagliata per fare la dipendente, ho bisogno di ritagliarmi uno spazio mio dove provare a fare le cose che mi piacciono. E così ho riaperto Zandegù in una nuova forma.”

Zandegù – parte seconda

Zandegù riapre, la volontà di Marianna è quella di darsi una seconda possibilità imparando dalla prima esperienza.

“Gli errori della prima Zandegù mi sono serviti tanto per capire come affrontare la nuova gestione e le cose hanno iniziato ad andare bene.”

Casa editrice digitale, corsi di formazione in aula, eventi: la sede di Zandegù diventa un vero e proprio porto di mare. Il desiderio di Marianna di dare vita a una fucina creativa dove dare forma al suo progetto imprenditoriale prende vita.

Il 2019: un anno funesto

No, non è l’anno del Covid che mette a dura prova Marianna, ma l’anno che lo precede.

“I fatturati più bassi che abbiamo visto, uno schifo galattico: ho sbagliato tutto quello che potevo sbagliare a livello di investimenti, ho creduto in progetti che si sono rivelati dei grandi flop, ho gestito malissimo delle cose e ho realmente pensato: qua siamo spacciati.”

La salvezza è arrivata paradossalmente grazie al Covid. Il boom dei corsi in streaming, la lungimiranza di Marianna nel convertire i corsi in aula in versione online, non appena ha iniziato a subodorare la chiusura, hanno permesso a Zandegù di aumentare le vendite e recuperare con gli interessi quello che non era stato incassato l’anno precedente.

Marianna, la mente, e il cuore di Zandegù

“Riuscire con quest’idea folle, che ho buttato giù dieci anni fa, a dar da lavorare ad altre persone,
per me è il valore più grande al quale potessi aspirare.”

Se le chiedi il suo job title se la cava dicendo che “ha fondato Zandegù”. Ma dietro questo piccolo escamotage c’è un mondo fatto di valori, di voglia di farcela, di ispirazioni, obiettivi a cui tendere. Di semplicità e cura del dettaglio.

In questi anni è cresciuta tanto: Zandegù è stata la sua palestra creativa, dove sperimentare, provare, sbagliare e migliorare. È diventata più prudente e responsabile, ha impacchettato la sua creatività, senza rinunciarvi ma con uno sguardo più pragmatico e pratico.

Il motivo? Non era sola. Aveva dei dipendenti.

“Lo sento come un grande punto d’orgoglio, essere riuscita a creare qualcosa che permette ad altri di portare il pane in tavola. Questa per me è proprio la cosa più grande che speravo di fare, quella di crescere al punto da dare lavoro a qualcun altro.

Negli anni Zandegù, per me, è diventata come una persona di cui mi sento molto responsabile, perché anche se non è fatta di carne e di ossa e di sangue, perché è intangibile, però è composta da persone reali che ci lavorano e verso le quali sento un fortissimo senso di responsabilità.”

Del resto anche il nome fa pensare a una persona di cui prendersi cura. Zandegù infatti non è un nome inventato ma è il cognome di Dino, famoso ciclista degli anni ’60. Questo era il soprannome che i genitori di Marianna le avevano dato quando era nel pancione, non si sa se per la sua vivacità intrauterina o per la simpatia disarmante che ispirava la musicalità delle sillabe.

Un nome che ha dentro di sé i valori che Marianna porta ogni giorno al lavoro: l’instancabilità, la determinazione, la concretezza unite alla genuinità, all’onestà e alla simpatia. E ovviamente non manca mai il sorriso e una battuta delle sue.

Marianna ha il piglio energico da imprenditrice, si percepisce quando parla dei suoi dipendenti e di come sia stata in grado di trasformare Zandegù o ancora, dei suoi progetti per il futuro.

In questi anni non si è mai fermata, ha continuato a formarsi e aggiornarsi. L’aspetto che più le piace del suo lavoro? Insegnare. Da due anni è docente di Content Management allo IAAD – Istituto d’Arte Applicata e Design di Torino.

“Con l’insegnamento si impara tantissimo, mi costringe a essere costantemente aggiornata. E le domande delle persone ti aprono sempre dei cassetti molto utili anche nel lavoro di consulenza, perché ti fanno venire in mente delle cose a cui non avevi pensato prima.”

Scrivere, che passione

La scrittura è senza dubbio il mezzo di espressione che Marianna predilige, il canale in cui la sua energia vulcanica trova la realizzazione perfetta. Velocità e naturalezza sono il binomio che caratterizza la sua scrittura e l’aspetto che preferisce è il poter lavorare di cesello, tornare sui testi per modellarli, accorciarli e rendere ogni giorno la sua tecnica sempre più affilata e precisa.

Una precisione che si coglie nella newsletter che da 8 anni Marianna manda con cadenza settimanale. Il segreto? Un’organizzazione certosina unita alla velocità di scrittura.

“A forza di scrivere sono diventata sempre più veloce, sempre più rapida anche a elaborare i pensieri. E poi ho un altro grosso vantaggio/svantaggio, avendo gravi problemi di vista detto quasi tutto al computer: questo mi permette di essere ancora più veloce.”

È qui la festa! Una new entry, un compleanno

Il 2023 per Marianna è un anno speciale: a febbraio è diventata mamma, ora il piccolo Elia ha 5 mesi ed è rientrata in ufficio quasi subito.

“Non è facilissimo perché mi manca un sacco quando sono qua, nello stesso tempo, poi, quando sono qui non vorrei mai andarmene dall’ufficio, perché il lavoro che faccio mi piace molto: ho la fortuna di avere un compagno che lavora da casa e che lo segue tutto il santo giorno, altrimenti non mi sarei potuta permettere di ritornare a lavorare così in fretta, 8 ore al giorno.”

Oltre all’arrivo del piccolo c’è un altro motivo per festeggiare: Zandegù compie 10 anni. Dal 6 novembre sono in programma 10 giorni di festeggiamenti; dirette, regali, momenti speciali e una festa dal vivo. E uscirà anche un nuovo libro dedicato alla Seo.

E per finire, i consigli della zandezia

“Fare i conti. È inutile partire dal logo.”

Il consiglio spassionato di Marianna riguarda il business model, per quanto possa essere noioso e laborioso è il passaggio fondamentale da cui iniziare per capire se abbia senso imbarcarsi in un progetto con risultati tangibili.

“Soprattutto se da questa avventura si vuole tirare fuori uno stipendio dignitoso, posto che ovviamente i primi anni sono in salita e quindi non è detto che lo stipendio venga fuori. Sicuramente bisogna partire facendo i conti e avendo un po’ di grano nel fienile in modo da riuscire a superare i primi anni che sono molto faticosi.”

E una volta fatti questi conti, continuare a tenerli d’occhio.

“Poi ci sono tutti i discorsi romantici sulla mission, sulla vision, sul trovare il proprio perché: sono tutti validi, sensati, importanti però a volte quelli soppiantano i conti. Si pensa che fare del proprio lavoro la propria passione sia il fattore principale per crescere. Non c’è niente di più sbagliato.”

Marianna racconta di come spesso le sia capitato di lavorare con donne che, rimaste senza lavoro dopo la maternità, si siano improvvisate cercando di trasformare una passione in un lavoro senza però avere una base solida da cui partire. Proprio per questo e per la sua esperienza personale ribadisce quanto sia importante avere una visione d’insieme a livello di numeri, non solo di valori.

E infine non può mancare un consiglio secco per un reel perfetto.

“Il segreto è il montaggio serrato. Perché la gente non ha tempo da perdere, ha bisogno di vedere video veloci e arrivare dritto al punto.”

Parola di Marianna, consulente marketing.
E fondatrice di Zandegù.