Curiosità, la soft skill da coltivare per la tua carriera 10 Novembre 2023
Te la saresti mai aspettata la curiosità come softs skill su cui lavorare per migliorare la tua carriera? Dai il via libera alla tua curiosità e lasciati stupire da ciò che scoprirai.
a cura di Cristina Coppellotti - Responsabile della Formazione, Sviluppo di Carriera, Diversity & Inclusion @Piano C
articolo aggiornato novembre 2025
Perché la curiosità è una soft skill trasversale
La definizione di curiosità che si trova nel dizionario non lascia adito a dubbi: “curioso dal latino CURIÒSUS da CURA, sollecitudine: propr. che si cura, indi troppo sollecito nell’investigare. Che ha desiderio irrequieto e inconveniente di cercare e sapere i fatti altrui e ciò che a lui non appartiene.”
Curiosità come la caratteristica di chi si cura, chi è (troppo) sollecito.
Curiosity kills the cat. Curioso come un serpente.
C’è ambivalenza nel sentire comune sul concetto di curiosità.
Insomma, queste prime righe non lasciano intravedere nulla di buono circa i lati positivi di questa parola.
Noi però ci sentiamo di spezzare una grandissima lancia a suo favore. In generale, come approccio alla vita, ma anche e soprattutto per chi vuole fare vita a un progetto professionale.
Curiosità nel 2025: la soft skill che guida il cambiamento
E infatti nel 2025, la curiosità è diventata una delle soft skill più richieste nel mondo del lavoro.
Non è più percepita come un tratto caratteriale, ma come una competenza strategica in grado di alimentare innovazione, adattabilità e crescita continua.
Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, oltre il 50% delle aziende considera la curiosità, insieme alla capacità di apprendere, una delle competenze chiave per affrontare la trasformazione digitale e organizzativa.
Allo stesso modo, numerose ricerche sul mercato del lavoro europeo confermano che le competenze trasversali, come comunicazione, empatia e curiosità, pesano ormai per quasi il 40% delle valutazioni nei processi di selezione, superando in molti casi l’esperienza tecnica.
Anche il settore della formazione riflette questo cambiamento: il mercato globale dedicato al potenziamento delle soft skill ha raggiunto nel 2025 un valore di oltre 39 miliardi di dollari, con una crescita stimata fino a 65 miliardi entro il 2030 (fonte: Mordor Intelligence).
È la prova che le organizzazioni stanno investendo nella capacità di esplorare, di fare domande, e di restare aperte al nuovo: qualità che permettono ai team di innovare, risolvere problemi complessi e generare valore.
In questo scenario, la curiosità diventa una leva potente per la carriera e la realizzazione personale: chi la coltiva non solo resta al passo con i cambiamenti, ma li anticipa, trasformando ogni esperienza in un’opportunità di crescita.
Coltivare la curiosità, oggi più che mai, significa scegliere di evolvere.
I vantaggi della curiosità nel lavoro e nella carriera
Cosa dicono gli studiosi a proposito della curiosità? Facciamo un breve giro di pareri.
L’Università di Berkley dedica a questa caratteristica delle riflessioni sui suoi sei sorprendenti vantaggi:
- La curiosità è fondamentale.
La curiosità ci aiuta a rimanere vigili e ad acquisire conoscenza nel nostro ambiente in continua evoluzione. - Le persone curiose sono più felici.
La ricerca dimostra che la curiosità è associata a emozioni positive, minor ansia, maggiore soddisfazione e benessere psicologico. - La curiosità migliora il rendimento.
Essere curiose porta a maggior coinvolgimento e successo sia a scuola che sul lavoro. - La curiosità può aumentare l’empatia.
Essere curiose verso gli altri ci aiuta a comprendere meglio le persone con esperienze diverse. - La curiosità rafforza le relazioni.
Mostrare una vera curiosità nei confronti degli altri può contribuire a costruire relazioni più strette e positive. - La curiosità migliora l’assistenza sanitaria.
I medici curiosi dei punti di vista dei pazienti contribuiscono a ridurre le loro frustrazioni e tendono a prendere decisioni migliori, migliorando l’efficacia del trattamento.
Non è da meno l’Harvard Business Review che in un articolo di Francesca Gino attribuisce alla curiosità i seguenti vantaggi:
- Meno errori nella presa di decisioni.
La curiosità ci rende meno inclini a cadere nella trappola del bias di conferma e dello stereotipo, poiché ci spinge a generare alternative. - Più innovazione e cambiamenti positivi in lavori creativi e non creativi.
La curiosità è associata a una maggiore creatività sul posto di lavoro. In uno studio, un aumento di un’unità di curiosità ha portato a un aumento del 34% della creatività. - Miglioramento delle performance lavorative.
L’incoraggiamento alla curiosità porta a miglioramenti sul luogo di lavoro, come suggerito da uno studio in cui l’invio di messaggi che incoraggiavano la curiosità ha aumentato i comportamenti innovativi dei partecipanti. - Riduzione dei conflitti di gruppo.
La curiosità spinge i membri di un gruppo a mettersi nei panni degli altri e ad interessarsi alle loro idee, riducendo i conflitti e migliorando i risultati del gruppo. - Comunicazione più aperta e migliori performance di squadra.
L’aumento della curiosità in un gruppo ha portato a una migliore condivisione delle informazioni e a prestazioni superiori rispetto ai gruppi di controllo.
Sempre sulla stessa testata si afferma che la curiosità – misurata con il quoziente di curiosità – è un fattore altrettanto importante e potente dell’intelligenza, soprattutto in un’epoca dominata dalla complessità.
Ci sono ancora dubbi sull’efficacia della curiosità?
Design Thinking dove la curiosità come soft skill è di casa
Veniamo a noi: se siete iscritte alla nostra newsletter Chiara da tempo saprete che il nostro metodo WorkDesign ha come uno dei pilastri fondamentali il Design Thinking.
La curiosità rappresenta un aspetto fondamentale del processo di Design Thinking a cui però spesso non viene dato sufficiente rilievo, ma che riveste un ruolo cruciale nel plasmare soluzioni innovative.
ll Design Thinking è un approccio alla risoluzione dei problemi, o alla creazione di prodotti o servizi, che mette l’utente al centro del processo e si concentra sull’aspetto umano.
È un processo iterativo e collaborativo che si basa sull’empatia, la generazione di idee creative e la prototipazione per affrontare problemi complessi.
È un processo che prevede una serie di fasi che, secondo le varie correnti di pensiero e approcci al Design Thinking possono variare.
Nel nostro approccio, le fasi del Design Thinking sono: Ispirazione, Ideazione, Prototipazione e test, Implementazione.
Se l’empatia, ovvero una capacità di comprensione profonda delle esigenze e delle prospettive delle altre persone, ottenuta cercando di mettersi nei loro panni, osservando il loro comportamento e intervistandole per ottenere insight significativi, è considerata una competenza chiave nel processo di Design Thinking, altrettanto lo è la curiosità. In tutte le fasi del processo la curiosità svolge un ruolo chiave, ma oggi ci concentreremo in particolare sulla sua importanza nella fase di divergenza e nella fase di test.
Curiosità e fase di divergenza
La fase di divergenza è il momento in cui la designer o il team si apre a una vasta gamma di idee e soluzioni. L’obiettivo qui non è di selezionare la soluzione migliore, ma di generare il maggior numero possibile di opzioni. La curiosità è un catalizzatore per questa fase in diversi modi:
- Generazione di idee innovative
La curiosità spinge a esplorare nuove prospettive e a chiedersi “What if..?” “E se…?”.
Questo atteggiamento può portare a soluzioni creative che altrimenti non verrebbero prese in considerazione. - Esplorazione di settori diversi
La curiosità non ha limiti disciplinari. Le designer curiose cercano ispirazione in settori diversi, cercando connessioni inaspettate tra discipline e portando nuove idee al tavolo. - Mettersi nei panni degli utenti
Essere curiose riguardo alle esigenze e ai desideri degli utenti porta a un’indagine più approfondita durante la fase di divergenza. Questo può portare a soluzioni più orientate all’utente/cliente/datore di lavoro. - Sfida alle supposizioni, ai pregiudizi e preconcetti
La curiosità spinge a mettere in discussione le supposizioni esistenti e a cercare prove concrete. Questo è essenziale per l’innovazione, poiché le supposizioni non verificate possono limitare la creatività.
Curiosità e fase di test
Anche nella fase di test, la curiosità continua a svolgere un ruolo importante.
- Raccolta di feedback informativi.
La curiosità spinge a porre domande più approfondite e a cercare di capire il “perché” dietro le reazioni degli utenti ai prototipi. Questo aiuta a raccogliere feedback informativi per apportare miglioramenti. - Sperimentazione costante.
La curiosità incoraggia a sperimentare con diversi approcci durante i test. Questa sperimentazione è fondamentale per trovare la soluzione ottimale e per adattarsi alle esigenze degli utenti in evoluzione. - Apprendimento continuo.
La curiosità spinge a un’attitudine di apprendimento costante. In un processo di Design Thinking iterativo, è importante continuare a imparare dai test precedenti e ad adattare le soluzioni di conseguenza. - Adattabilità agli imprevisti.
La curiosità aiuta a gestire situazioni impreviste nei test, incoraggiando a esplorare nuove vie e a cercare soluzioni alternative.
Perché le aziende cercano persone curiose
Nel 2025 le aziende non cercano più solo profili tecnicamente competenti, ma persone capaci di imparare, adattarsi e innovare.
La curiosità è diventata una delle qualità più apprezzate perché rappresenta la base dell’apprendimento continuo e del pensiero critico. Una professionista curiosa non si limita a eseguire, ma si interroga, propone soluzioni, esplora nuovi strumenti e connette idee provenienti da contesti diversi.
Ricerche recenti mostrano che i team guidati da persone curiose sono più creativi del 30% e hanno una maggior capacità di problem solving rispetto a quelli che si limitano a seguire processi consolidati (fonte: Harvard Business Review, 2025).
Le aziende sanno che la curiosità è ciò che permette di restare competitivi in un mercato in continua trasformazione, dove le competenze tecniche invecchiano rapidamente e ciò che fa davvero la differenza è la disponibilità a imparare.
In un mondo del lavoro sempre più complesso e ibrido, la curiosità diventa quindi un indicatore di intelligenza adattiva: la capacità di accogliere il cambiamento con apertura, entusiasmo e spirito di scoperta. È per questo che le aziende la cercano e la premiano.
Come dimostrare la tua curiosità in un colloquio di lavoro
La curiosità può essere un talento da far fiorire, sicuramente è una qualità che si nota nei gesti, nelle parole e negli atteggiamenti. Durante un colloquio o nel CV, non basta dichiararsi “curiose”: serve dimostrarlo.
Puoi farlo raccontando situazioni in cui hai imparato qualcosa di nuovo in autonomia, hai cercato soluzioni creative a un problema o hai deciso di esplorare un ambito fuori dalla tua zona di comfort. Le domande che poni sono altrettanto importanti: chiedere come l’azienda innova, come sostiene la formazione o come valorizza il lavoro di squadra mostra un atteggiamento proattivo e aperto.
Un altro modo per far emergere la curiosità è citare esperienze di formazione continua: corsi, letture, community professionali, o momenti di crescita personale che ti hanno permesso di sviluppare nuove competenze. Le aziende percepiscono questo come un segnale di autonomia e motivazione, due qualità che oggi contano tanto quanto le competenze tecniche.
Essere curiose, insomma, non significa sapere già tutto, ma avere voglia di scoprire, e questo è esattamente ciò che i datori di lavoro cercano nel 2025.
Preparati al tuo prossimo colloquio con noi
Curiosità, la soft skill per il lavoro che non ti aspetteresti
I benefici di provare una sana curiosità sono evidenti: la curiosità è il centro nevralgico da cui si sprigiona la creatività e non dimentichiamoci che proprio la creatività è del resto una delle 10 skills più richieste nel mercato del lavoro nel 2025.
“It’s hard to predict how human-centered design may evolve going forward, but one quality that will play a leading role is curiosity. Curiosity is central to sparking creativity” IDEO
All’interno dei nostri percorsi di riprogettazione professionale la curiosità è la molla che permette di scatenare connessioni, a volte inaspettate, tra progetti, competenze, idee e vedersi così in una nuova prospettiva.
Coltivare la propria curiosità, nutrendola con stimoli che non per forza devono appartenere al proprio settore, lasciarsi trasportare anche dalla serendipità (e a questo proposito dai un’occhiata alle nostra rubrica Che Storia!) o lasciarsi portare alla deriva dal fluire dei pensieri è un ottimo modo per darle il giusto spazio.
Dai una possibilità alla tua curiosità di condurti per mano in sentieri inesplorati: ti si aprirà un mondo.
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