Passione o workhaolic: questo è il problema 7 Novembre 2023

Come ve la immaginate la passione? Una fiamma che arde incessantemente? Ecco, questa fiamma se non tenuta a bada, può bruciare. È il filo sottile su cui ci si muove, quello che divide tra una sana passione per il proprio lavoro e una passione ossessiva che nel peggiore dei casi può portare al burnout, esaurimento. L’energia, mentale e fisica, finisce in un baratro.

a cura di Fabiola Noris

Non hai passione perché esci alle 18.
Non hai passione perché non fai straordinari.
Non hai passione perché non lavori il sabato e la domenica.

Che cos’è la passione?

È non avere orari di lavoro?
È il lavorare a oltranza e non staccare mai?

Wikipedia definisce così la passione: la passione, dal greco πάσχω “soffrire, da agire” e dal tardo latino passio “passione, sofferenza” è un sentimento di intenso entusiasmo o desiderio irresistibile per qualcuno o qualcosa.

La passione può variare dall’entusiasmo o dall’ammirazione per un’idea, una proposta o una causa; al godimento entusiastico di un interesse o di un’attività; a forte attrazione, eccitazione o emozione nei confronti di una persona.

Insomma la passione provoca piacere ma può portare con sé anche sofferenza.

Negli ultimi anni abbiamo visto un utilizzo del termine passione in ambito lavorativo per cui oltre a fare bene il proprio lavoro bisogna mostrare anche una certa passione, pena l’essere tacciate di fare l’essenziale. E non si tratta di quello invisibile agli occhi.

Dal turbinio della passione al baratro del workhaolic

La passione per il proprio lavoro può essere un bene perché ci permette di svolgerlo sentendoci coinvolte, maggiormente soddisfatte, psicologicamente più equilibrate. La passione è la nostra motivatrice personale.

Ma può anche essere un male perché se non dosata correttamente ci può trascinare nella corrente del workhaolic. La dipendenza eccessiva nei confronti del lavoro.

Siamo nel 1971: lo psicologo Wayne Oates conia il termine workaholism utilizzandolo nel libro Confessions of a Workhaolic: The Facts about Work Addiction per indicare un comportamento compulsivo nei confronti del lavoro analogo a quello dell’alcolista con dell’alcol.

I sintomi da workhaolic

Quali sono dunque alcuni degli indicatori che qualcosa nel rapporto con il proprio lavoro non va e il limite è stato sorpassato?

  • Dedicare la maggior parte del proprio tempo al lavoro anche se non richiesto espressamente o non necessario per soddisfare il bisogno costante di lavorare.
  • Il lavoro costituisce la priorità assoluta e l’unica fonte di soddisfazione: hobby, famiglia e sport vengono messi in secondo piano.
  • Essere costantemente in uno stato di preoccupazione con il pensiero sempre rivolto al lavoro.
  • Trovarsi in una situazione di stress se qualcosa impedisce di lavorare.
  • Non ci si assenta mai dal lavoro e quando non si lavora possono verificarsi crisi di astinenza.

5 consigli per ribilanciare vita privata e lavoro

Come fare per evitare di cadere vittima della dipendenza da lavoro?

#1Organizzati e pianifica: impara a negoziare il tuo tempo.

#2 Rilassati: trova delle attività che ti appassionino oltre al lavoro e falle.

#3 Pensa alla salute: prenditi cura anche del tuo corpo, non solo della mente.

#4 Evita di portare il lavoro a casa: o se lavori in smart working separa lo spazio di lavoro da quello delle altre attività.

#5 Digital detox: a una certa ora stacca dai device.

La passione sì, è una componente importante e fare un lavoro che ci piace può essere solo che una fortuna ma non facciamoci ingannare dalla componente romantica del termine.

Ecco dunque cinque piccole azioni da instillare nella propria routine quotidiana per creare una sinergia vita privata-lavoro migliore. A volte il segreto sta tutto in questa parola, organizzazione: il tornare a essere padrone del nostro tempo ed evitare che il lavoro si allarghi a macchia d’olio impregnando anche tutte le altri parti della nostra vita.

Non sai da che parte iniziare? Inizia dal pianificare la prossima settimana: organizza la settimana con i 3 consigli di Vanesa, cintura nera di planning in Piano C e facci sapere nei commenti com’è andata.